Pubblicazioni - Lavorando in 3 Vigne

Lavorando in tre vigne.
Cinquecento anni di storia dell'Arciconfraternita di S. Caterina da Siena in Roma

a cura di Giancarlo Boccardi , Editrice Ponte Sisto, Roma, 2006

"Lavorando in tre vigne": così si intitola il libro, uscito dalle stampe a gennaio del 2006, che racconta la storia cinquecentennale dell'Arciconfraternita di S. Caterina da Siena in Roma, il Sodalizio che dal 1519 – costituito dalla preesistente Compagnia della Nazione senese residente nell'Urbe – è presente ed operante nella città. Il titolo del libro, curato dal confratello Giancarlo Boccardi, vuole significativamente riprendere una suggestiva immagine evangelica con cui di frequente la Santa senese, nei suoi scritti, esorta ogni cristiano ad assumere il proprio concreto impegno di testimonianza nel mondo: lavorare nella vigna dell'anima ( della quale il Padre "ci ha ornato" ), nella vigna dei fratelli ( che il Signore "ci ha posto allato" ), nella vigna della santa Chiesa ( "ove Dio ci ha posti" ). Il libro, così, intende emblematicamente non fare celebrazioni, ma richiamare e affermare la costitutiva identità confraternale dell'Arciconfraternita : perché questo è stato, nel cammino del tempo, ed è oggi, il suo "terreno di lavoro", scandito e vigilato dai suoi Statuti. Questa storia racconta, insomma, "le opere e i giorni" dei confratelli del Sodalizio, i quali, in ragione dei bisogni dei tempi, hanno sempre saputo prodigarsi nelle tre vigne : nella vigna della fede ( curando il culto, coltivando la loro formazione religiosa e aiutandosi a crescere come comunità di credenti, rafforzando la devozione alla loro Santa anche con la divulgazione del suo messaggio, mantenendo viva la memoria dei loro defunti ); nella vigna della carità ( attraverso molteplici opere di solidarietà e di condivisione nel campo della mutua assistenza materiale e spirituale, della beneficenza, della misericordia : assicurando la cura degli ammalati, la sepoltura dei morti, l'accoglienza dei pellegrini, la sollecitudine per i carcerati, l'elemosina ai bisognosi; provvedendo annualmente alla elargizione di doti a oneste zitelle di origine senese per maritarsi o monacarsi: esercitando il privilegio della liberazione, ogni anno, di un condannato alla galera o alla pena capitale ); nella vigna della santa Chiesa – non sentendosi mai una privilegiata espressione, ma soltanto una piccola, magari inutile, frazione di essa – ( con la filiale obbedienza alla sua Dottrina e ai suoi Pastori, con la ubbidiente corrispondenza alle direttive ecclesiali e l'umile esercizio dei privilegi largamente concessi al Sodalizio da tanti Pontefici ). La presenza dell'Arciconfraternita si è resa significativa – nel segno della carità intellettuale – anche attraverso l'amore per le cose belle dell'arte ( come testimoniano la chiesa di Via Giulia e il suo Oratorio ), per la cultura, per le tradizioni storiche e culturali della "Nazione senese". La materia viva della storia è stata prevalentemente attinta a documenti originali d'archivio dell'Arciconfraternita: Statuti, "Motu propri" pontifici, verbali delle Congregazioni, memoriali di doti e lasciti, libri e certificati contabili, cronache di pellegrinaggi, testi devozionali. Mancano purtroppo i documenti più antichi: quelli andato perduti il 10 agosto del 1798, quando i repubblicani francesi misero a soqquadro le stanze del Sodalizio, "sfasciarono li credenzoni e vendettero ai pizzicaroli, ad uso incarti, libri, carte, filze di giustificazioni che trovorno". Queste fonti hanno consentito peraltro al "narratore" di farsi, in alcune circostanze, cronista attento di alcune giornate particolari : da quella di tale devastazione, mentre le Confraternite assai in subbuglio e decise a resistere sono riunite alla Cancelleria, a quella della nascita dell'Arciconfraternita, il 4 luglio 1519, in S. Maria sopra Minerva ; da quella della posa della prima pietra della attuale chiesa, il 2 agosto 1767, a quella della consacrazione della chiesa stessa, l'ultima domenica di novembre del 1775; da quella della festa delle doti, il 30 aprile del 1777, a quella della Congregazione del 3 novembre 1815, convocata per decidere il prosieguo del privilegio della richiesta della grazia ad un condannato, a quella del 4 luglio del 1919, quando viene ricordato il quarto centenario della nascita dell'Arciconfraternita, mentre il Paese è politicamente in fermento. La storia presenta, nello sgranarsi del tempo, la vita dell'Arciconfraternita dentro il contesto umano, religioso, culturale, sociale, politico, raccontando le aspirazioni, le scelte, gli obiettivi, gli impegni, le sofferenze e le gioie di confratelli. Essi - sempre profondamente legati alle loro origini, dentro il tessuto di intrecci di ideali e di valori, di scambi, di significative relazioni di cultura e di arte tra Siena e Roma, e sempre godendo del sostegno e dell'incoraggiamento di illuminati Pontefici e prelati della terra senese e, al tempo stesso, profondamente partecipi della vita dell'Urbe – imparano a guardare ai segni dei tempi, facendosi sensibili nei confronti delle vicende delle genti italiane e dei popoli europei. E, operando coscientemente da "figli della Chiesa" e da cittadini corresponsabili delle sorti della comunità, anche in forza degli insegnamenti di Caterina, si sforzano di tradurre i principi della fede in valori per la città dell'uomo, affinchè la carità sappia farsi anche presenza sociale e mediazione culturale per la promozione umana. Con la coscienza di stare nel mondo per servire. La narrazione costituisce così una sorta di itinerario, nel nome della Santa senese, per ritrovare una destinazione, interrogarsi sul "che fare?": riattingendo alle radici della propria identità, al fine di saper rispondere con-fraternità viva e con modalità moderne, in un tempo di crisi della speranza, alle istanze e ai bisogni spirituali, religiosi, culturali, sociali di oggi.