S. Caterina e S.Francesco Patroni d'Italia

Il 4 ottobre, festa di S. Francesco, si ricorda civilmente che il Santo d'Assisi e S. Caterina da Siena sono, dal 18 giugno 1939, Patroni primari d'Italia.

Il compianto Arcivescovo di Siena, Mons. Mario J. Castellano, O.P. - in una sua conferenza tenuta nel quadro dei Mercoledì cateriniani del Centro Internazionale di Studi Cateriniani, organizzati per il 50° anniversario della proclamazione dei due Santi a Patroni primari d'Italia - aveva avanzato un interessante raffronto tra l'"uomo nuovo" Francesco e la "donna nuova" Caterina. Francesco – aveva detto Mons. Castellano, richiamandosi ad un intervento di P. Vincenzo Cherubini Bigi, OF M, - è un uomo nuovo per molte ragioni: nel suo atteggiamento di fronte al mondo, di cui celebra, nel suo Cantico delle Creature – in un tempo di cupo pessimismo - la bontà e la bellezza, che esprimono la magnificenza e la sapienza del Creatore; nel suo atteggiamento di fronte all'uomo, proponendosi – in un secolo di ferro e spade, in cui si fronteggiavano anche l'autorità politica e quella religiosa – come fratello di tutti e portatore di pace, nel Signore; nella prassi evangelica, sposando – in un tempo schiavo dei beni del mondo: ricchezza, privilegi, potere – la altissima povertà, come testimonianza di fronte al mondo di una salvezza che è dono di Dio; nella concezione dei rapporti sociali, che lui ha capovolto, interpretando questi - in tempi in cui tutti erano sudditi al servizio dei potenti - come servizio dei superiori verso i sudditi; nella prassi della sua fede, vissuta – in un tempo di una prassi religiosa legata alla precettistica – come ineffabile comunione d'amore col suo Signore, in una sequela testimoniata dalle stimmate sulla sua carne; nel suo atteggiamento di fronte alla morte - un baratro in cui si dissolvono tutti i progressi escogitati dall'uomo -, che diventa per l'uomo, nel Signore, l'ultimo nemico da vincere, " sora nostra morte corporale; nella sua profonda pietas, che lo metteva in comunione e condivisione con ogni creatura, specialmente sofferente, davanti alla quale "sentiva sciogliersi il cuore, e quando non poteva offrire l'aiuto, offriva il suo affetto"; Caterina – aveva affermato l'Arcivescovo di Siena -, aprendo l'epoca di un nuovo umanesimo femminile, è una donna nuova alla luce di altre importanti ragioni: per la sua visione della condizione sociale della donna – in quel tempo condannata all'analfabetismo, al ruolo subalterno nella società – a cui rivendica la pari dignità con l'uomo, sino ad assumere da protagonista compiti e responsabilità anche in campo sociale; per quanto riguarda la presenza dellla donna nella vita politica – in tempi in cui essa vi era esclusa, salvo il caso eccezionale di consorti di re o principi di stati o città – divenendo, da popolana, ambasciatrice, messaggera di pace tra famiglie, città, stati in lotta tra loro; e insegnando ai governanti i principi della politica fondata sulla giustizia e sulla carità e orientata come un servizio per il bene comune; per quanto attiene alla partecipazione attiva della donna alla vita della Chiesa, essendosi lei immedesimata nei problemi ecclesiali del suo tempo ed avendo operato efficacemente per la riforma della Chiesa stessa; per quanto attiene allo studio e all'insegnamento: mai nessuna donna aveva saputo scrivere opere come lei con perfetta ortodossia ed eccellente dottrina, tanto da meritare il titolo di Dottore della Chiesa universale; per quanto riguarda la vita consacrata a Dio, essendo capace – in un mondo in cui la consacrazione avveniva prevalentemente nei monasteri di clausura – di unire mirabilmente la contemplazione con l'azione e inaugurando istituti religiosi femminili di vita attiva, e istituti secolari, sorti solo ai nostri giorni; per la sua incomparabile intimità con Gesù, meritando di essere chiamata da Lui "donna", come Gesù chiamò sua madre, essendo lei Caterina – dice il Tommaseo – la più grande donna del cristianesimo dopo Maria. S. Francesco e S. Caterina non solo pregano per noi conoscendo i nostri problemi, ma ci fanno da modelli esemplari per risolverli alla luce della fede. (Da "Sulle orme di Francesco e caterina: vedere il mondo nella luce di cristo" di M. J. Castellano, O.P., in "Francesco e Caterina", Quaderni del centro Internazionazionale di Studi cateriniani". Quaderno 5, Roma 1991)